Trasporti: un modello integrato macro - micro

I cittadini si muovono, a piedi e con ogni mezzo a loro disposizione (bicicletta, monopattino elettrico, moto, automobile, autobus urbano, bus extra-urbano, funivie, treni, natanti e aerei) per svariate esigenze (lavoro, turismo, divertimento, necessità non differibili).

Ogni giorno migliaia di persone attraversano i territori del Trentino, in molteplici direzioni; partono per raggiungere una o più destinazioni, spesso per ritornare la sera al punto di partenza.

Durante questo movimento percorrono strade e fruiscono dei servizi dell’articolato sistema della mobilità trentina e nazionale, viaggiano sulle strade che collegano le valli alla città e la periferia urbana al centro, le aree rurali con quelle industriali. Essi vivono parte della loro giornata e della loro vita in una via di comunicazione, sottraggono tempo alle loro famiglie e agli affetti e producono sostanze inquinanti; la mobilità incide quindi in modo significativo sulla qualità della vita dei cittadini. Il compito del Governo di un territorio è di fare in modo che il tempo perso nel traffico e in attesa in stazione sia sempre meno, che i cittadini abbiano più tempo libero e che i livelli di inquinamento siano ridotti.

Come anche sottolineato dalla Legge provinciale 30 giugno 2017 n. 6, che, in primis all’articolo 2, prevede la redazione di un Piano Provinciale della Mobilità, strategico è “raggiungere l’obiettivo della mobilità sostenibile prevedendo, in particolare, che la struttura portante della mobilità sostenibile collettiva sia costituita dal trasporto pubblico locale, con priorità alla mobilità ferroviaria, e che la mobilità individuale privilegi le modalità a minor impatto ambientale”.

Orbene questo orizzonte è scandito da scadenze per una sua verifica, (comma 2) la prima delle quali era l’anno 2020: “…raggiungimento, da parte della mobilità sostenibile, di una quota del 45 per cento degli spostamenti continuativi…” Il raggiungimento o meno di un così importante step non può esser confinato in un dimenticatoio, ma deve avere evidenza pubblica, anche come stimolo ulteriore per la popolazione, motivo per cui è necessario puntare su una maggiore pubblicizzazione.

In primo luogo troviamo, anche nella normativa, una distinzione fra il trasporto pubblico, inteso come quello dei conduttori di società pubbliche, miste o in appalto, che aggregano l’utenza e di conseguenza riducono i livelli di mobilità sotto forma di trasporto privato (tramite automobili e altri mezzi) e il trasporto privato in senso stretto.

Seppur sia fondamentale scegliere quale sia il paradigma da adottare, quello del trasporto privato o quello del trasporto pubblico, la soluzione non può essere affidata ad un approccio ideologico, che indubbiamente condurrebbe a privilegiare in modo netto il trasporto pubblico.

Si deve quindi ragionare in termini di mobilità integrata, a livello micro (considerando la vita di tutti i giorni delle persone) per poi allargare l’orizzonte a livello macro (riguardo le necessità logistiche fondamentali delle imprese).

È necessario pertanto chiedersi innanzitutto che mobilità pubblica vogliamo per il nostro futuro, quali siano i paradigmi fondamentali che debbano caratterizzarla, che vogliamo brevemente indicare:

Per primo, un sistema innovativo di mobilità pubblica deve partire dal porre al centro l’utente: sulle sue esigenze e bisogni vanno costruiti i servizi; non dimentichiamo che in diverse zone del Trentino le corse dei trasporti pubblici si rifanno a orari immutati da più di un ventennio. In questi anni l’organizzazione del lavoro e del tempo libero sono rimaste le stesse? Forse no.

Il secondo elemento fondante deve essere la velocità: velocità di collegamento fra l’Aeroporto Catullo di Verona e Trento, Rovereto e le principali località turistiche. Velocità di collegamento fra le aree periferiche con i poli centrali delle valli e con Trento, tramite la realizzazione di una rete metropolitana fra il Capoluogo, Levico Terme, Mezzolombardo e Rovereto, avendo anche il coraggio di pensare ad un orizzonte progettuale più lontano, per preparare il terreno a grandi progetti ad esempio verso la zona del Garda.

Il terzo elemento fondante deve essere l’innovazione dei servizi esistenti e l’introduzione di nuovi, come ad esempio il trasporto veloce ed organizzato dei bagagli sportivi per incentivare il turismo di settore e la ridefinizione di alcuni servizi che hanno una loro appetibilità, pensiamo ad Elastibus, che andrebbe rivisto e, ove possibile, potenziato.
Per questi ed altri servizi serve un nuovo sistema di tariffe, garanzia di utilizzo gratuito dei trasporti pubblici per determinati utenti e meccanismi incentivanti per i turisti che ne fruiscono e fruiranno in misura maggiore. A tal proposito crediamo sia più stimolante ed efficace la gratuità del trasporto per una maggior platea di utenti ma a fronte di motivazioni coerenti, e non meramente per l’età anagrafica.

Il quarto punto è l’integrazione della mobilità pubblica con quella privata, intesa in senso largo, ivi compresi bici elettriche, monopattini, car sharing; deve essere strutturata una adeguata rete per integrare questi strumenti (ad. es postazioni di ricarica presso le stazioni-autostazioni, parcheggi dedicati, app per monitorare la disponibilità di questi strumenti ecc…)

Il quinto elemento fondamentale è l’informazione, intesa come messa a conoscenza delle caratteristiche dei servizi offerti. L’attuale sistema della mobilità pubblica non è conosciuto in tutte le sue articolazioni, tanto che questo punto risulta dirimente per una nuova era del trasporto in Trentino. Aggiungiamo anche fra i beneficiari di questa informazione i turisti che frequentano il la nostra Provincia, sempre più abituati, in special modo se provenienti da grandi città, ad una presenza capillare e cadenzata del trasporto pubblico. Ancorché non sia possibile pensare ad una frequenza come nei grandi centri urbani, è rivedibile l’organizzazione oraria, anche festiva.

In sostanza, quindi, la nostra visione di prospettiva è di un sistema di trasporto pubblico integrato e intermodale, incentrato su nuove infrastrutture come ad esempio la rete metropolitana di Trento, Rovereto, Levico Terme e Mezzolombardo, collegamenti diretti fra l’Aeroporto Catullo di Verona, Trento e le zone turistiche. Un sistema orientato ai bisogni degli utenti, attento alle loro osservazioni e utilizzo, alla proposta di servizi innovativi per turisti e pendolari, destinatari di informazioni immediate ed aggiornate. Tutto ciò porterebbe i cittadini del Trentino ad essere compiutamente cittadini d’Europa: cittadini di in una terra di boschi, laghi e montagne ad un soffio dalle grandi capitali europee, accessibile e vivibile in modo sostenibile ed efficiente, anche per i turisti.