Una rete sul territorio e di istituzioni
La sfida del rinnovamento della partecipazione è ritornare a pensare al cittadino non come elettore singolo ma come soggetto che trova senso, futuro e libertà solo nel contesto della Comunità.
Perché la politica di questi ultimi anni ha drammaticamente smarrito il senso dell’essere Comunità e, soprattutto del costruire comunità. E dunque la prima sfida è ritornare a pensare ai nostri cittadini non come una somma di singoli desideri ed aspirazioni ma come protagonisti di un complesso di relazioni che solo insieme possono avere futuro.
La politica del consenso, del qui e subito, ha posto e pone come obiettivo la costruzione ed il mantenimento del consenso stesso e, per conseguirlo, usa il meccanismo della risposta immediata ai bisogni e le necessità dei singoli senza preoccuparsi se le stesse siano contingenti o, addirittura, confliggenti. A chi ha paura del diverso, si promette sicurezza; a chi è arrabbiato per le tasse, si promettono sconti e condoni, a chi si limita a chiedere il parcheggio sotto casa si promette, in nome del “fare” perché l’obiettivo non è una visione di comunità ma il voto che si conquista in campagna elettorale e si alimenta nel governo che non ha sguardo lungo ma si limita a gestire l’oggi. E poi arriva un microscopico virus e tutto questo diventa drammaticamente poco, inutile e senza senso. L’isolamento ci ha fatto scoprire come non abbiamo futuro se l’io non è inserito e si alimenta con il noi.
È necessario un progetto che sappia fare rete fra tutti quei soggetti che a diverso titolo concorrono al progresso sociale ed economico. Il concetto della rete è stato più volte evocato e rilanciato anche nel recente passato ma non è mai autenticamente decollato poiché infettato dal “virus” del protagonismo di singoli e della ricerca della risposta più facile ed immediata della visione personale molto più attenta a favorire la propria rendita di posizione più che a disegnare autentici percorsi di sviluppo.
Una rete è forte se può contare su nodi efficienti e su collegamenti veloci ed efficaci. E vi sono nodi di pensiero e nodi di azione. Più volte in passato si è sperimentato il lavoro in rete in diversi settori; ma ciò è sempre avvenuto nei livelli organizzativi e di gestione e mai, o quasi mai, nei livelli di pensiero e di governo.
Questi nodi caratterizzano e realizzano una rete di pensiero capace di immaginare il Trentino di domani che deve:
• Ritornare all’idea policentrica che sta alla base della riforma istituzionale tradita ed annacquata nel quinquennio 2013 – 2018 e oggi drammaticamente affossata. Le Comunità di Valle sono state definitivamente smantellate; oggi sono commissariate ai presidenti uscenti, dunque prive di alcuna legittimazione ne politica ne elettiva. Il commissariamento, nel mondo normale, rappresenta una fase transitoria che per sua natura deve essere temporanea in vista dell’applicazione di una nuova fase. Ma non siamo in un mondo normale! La demagogia leghista contro le comunità lascia oggi un drammatico vuoto di idee.
• Creare un disegno chiaro sul futuro della governance futura dei nostri territori. La fase scoordinata che ha generato fusioni disparate ha di fatto messo in grave difficoltà i sindaci che vivono una drammatica solitudine. Ma l’assenza di referenti politici apre una fase gravemente pericolosa specie in riferimento alle gravi ricadute sociali della pandemia.
• Riprendere il filo di valorizzazione delle autonomie locali e delle Comunità come luoghi di Politica capaci di concorrere, partendo dai bisogni e dalle emergenze specifiche di ogni territorio, alla costruzione di una rete efficace di sviluppo e di risposta alle drammatiche conseguenze della crisi pandemica.
• Costruire reti efficaci fra i diversi settori economici. L’impresa e la crescita economica non possono prescindere dalla coesione sociale che ne è fortemente interconnessa, cosi come con la questione del paesaggio e delle infrastrutture.
È giunto il tempo di andare oltre l’idea di partito o di coalizione e di ragionare in termine di rete. Una rete capace di connettere le tradizioni e le forze che si riconoscono nell’idea di #AUTONOMIA, di #TERRITORIALITA’ e di #RIFORMISMO MODERATO valorizzandole e rafforzandole.
Tutto quanto proposto presuppone la volontà e la capacità di mettere in rete settori e tematiche per conseguire un risultato comune. E per tutto questo serve una regia forte che solo una buona politica può garantire. E questo è il vero progetto per ricostruire il Trentino dove Comunità e Reti siano base del Trentino del domani.